Comitato di Liberazione Nazionale

Revision as of 03:01, 18 June 2025 by imported>Threecharlie (Annullata la modifica di 151.57.21.104 (discussione), riportata alla versione precedente di Egidio24)
(diff) ← Older revision | Latest revision (diff) | Newer revision → (diff)

Template:Nd Template:Partito politico

Il Comitato di Liberazione Nazionale (abbreviato in CLN) fu un'organizzazione politica e militare italiana costituita dai principali partiti e movimenti antifascisti del Paese, formatasi a Roma il 9 settembre 1943<ref name="dammil5.blogspot.it">PROMEMORIA 9 settembre 1943 Viene costituito il Comitato di Liberazione Nazionale da dammil5.blogspot.it, 9 settembre, 2010</ref>, allo scopo di opporsi all'occupazione tedesca e al nazifascismo in Italia. Si sciolse nel 1947.

In particolare il CLN ha coordinato e diretto la resistenza italiana e si suddivise in Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), con sede a Milano<ref>Breve storia del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (Clnai) dal sito dell'istituto di linguistica computazionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche Template:Webarchive.</ref> durante la sua occupazione ed il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale (CCLN), con sede a Roma. L'organizzazione operò come organismo clandestino durante la Resistenza ed ebbe per delega poteri di governo nei giorni di insurrezione nazionale.<ref>Template:Cita web</ref>

Storia

Dettaglio della fontana del Comitato di Liberazione Nazionale posta in memoria dei Legnanesi che combatterono e morirono per la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo. La dedica recita: "Legnano, ai suoi figli caduti per la libertà". Questo monumento è collocato in Largo Franco Tosi a Legnano.

Fondazione

Il 9 settembre 1943, "posto di fronte alla più drammatica delle situazioni, con la sensazione di avere dinnanzi a sé il vuoto più assoluto d'ogni «autorità costituita» il Comitato delle opposizioni reagisce immediatamente; constatando la frattura decisiva determinata dall'8 settembre e traendo da questa constatazione l'indicazione delle sue nuove responsabilità, alle ore 14,30 esso approva la seguente mozione"<ref>Franco Astengo, Le scelte dell'8 settembre, Odissea, 7 settembre 2018.</ref>: Template:Quote

Alla seduta di fondazione parteciparono: Ivanoe Bonomi (DL, Presidente), Mauro Scoccimarro e Giorgio Amendola (PCI), Alcide De Gasperi (DC), Ugo La Malfa e Sergio Fenoaltea (PdA), Pietro Nenni e Giuseppe Romita (PSI), Meuccio Ruini (DL), Alessandro Casati (PLI).
Il mese successivo si erano già costituiti i Comitati Regionali, successivamente vennero costituiti anche Comitati Provinciali.

Il 16 ottobre 1943 viene votata la mozione che si può riassumere in tre punti base:

  • assumere tutti i poteri costituzionali dello Stato evitando ogni atteggiamento che possa compromettere la concordia della nazione e pregiudicare la futura decisione popolare;
  • condurre la guerra di liberazione a fianco degli alleati angloamericani;
  • convocare il popolo al cessare delle ostilità per decidere sulla forma istituzionale dello Stato.

Indirizzo politico

Il CLN era una formazione interpartitica formata da movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica, composta da rappresentanti del Partito Comunista Italiano (PCI), della Democrazia Cristiana (DC), del Partito d'Azione (PdA), del Partito Liberale Italiano (PLI), del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP) e del Partito Democratico del Lavoro (DL). Nel gruppo dei sei partiti esisteva una frattura tra i tre partiti dell'ala sinistra (PCI, PSIUP e PdA) e i tre partiti dell'ala destra (DC, PLI e DL)<ref group="N">Tale frattura fu ricordata da Vittorio Foa in occasione del trentesimo anniversario della liberazione d'Italia (25 aprile 1975): «attraverso la democrazia cristiana, come attraverso il partito liberale di Benedetto Croce, la borghesia si fece antifascista per assicurare la continuità del vecchio Stato. Per questo non è decente celebrare con democristiani e liberali il trentennale della liberazione, dimenticando che durante la resistenza e dopo la resistenza fra destra e sinistra della resistenza vi fu una lotta a coltello». Cfr. Vittorio Foa, intervento su il manifesto, 25 aprile 1975, cit. in Ernesto Galli della Loggia, La perpetuazione del fascismo e della sua minaccia come elemento strutturale della lotta politica nell'Italia repubblicana, in Due nazioni. Legittimazione e delegittimazione nella storia dell'Italia contemporanea, a cura di Loreto Di Nucci ed Ernesto Galli della Loggia, Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 227-262: 252 n.</ref>, con i primi che erano associati più strettamente tra loro attraverso vari patti e accordi: comunisti e socialisti erano legati da un "patto di unità d'azione", per poi formare insieme agli azionisti una "giunta tripartita", in modo da concordare una posizione unitaria da tenere innanzi agli altri partiti<ref group="N">Secondo quanto scritto dal dirigente comunista Giorgio Amendola, il democristiano Alcide De Gasperi era contrariato da tale situazione, cosicché in una delle riunioni con i comunisti precedenti all'8 settembre 1943:

Template:Citazione

Cfr. Giorgio Amendola, Lettere a Milano. Ricordi e documenti 1939-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973, pp. 156-7.</ref>.

Inizialmente, la frattura tra destra e sinistra si manifestò in merito alla linea politica da tenere nei confronti della monarchia e del governo Badoglio:

Template:Citazione

Con le dimissioni dalla presidenza del demolaburista Ivanoe Bonomi, rassegnate il 24 marzo 1944, sembrò affermarsi la linea dell'intransigenza verso la monarchia, ma in aprile la svolta di Salerno, con la quale il PCI di Palmiro Togliatti accettò di entrare nel governo Badoglio, capovolse la situazione.

Le profonde divisioni tra le componenti di destra e di sinistra del CLN, nonché quelle interne alla stessa sinistra tra i comunisti e gli altri, trovano testimonianza anche nella corrispondenza clandestina tra i centri dirigenti del PCI di Roma e Milano, in cui si rinvengono diffusamente duri attacchi agli altri partiti. Nell'introduzione alla raccolta di lettere, pubblicata nel 1973, Luigi Longo in proposito scrive:

Template:Citazione

Al primo presidente del CLN Bonomi spettò, dopo la liberazione di Roma (4 giugno 1944), di assumere responsabilità di governo con la Presidenza del Consiglio (11 giugno). A lui successero alla Presidenza del Consiglio il 21 giugno 1945 Ferruccio Parri e il 10 dicembre 1945 Alcide De Gasperi. Dopo la nascita del CLNAI, quest'ultimo venne presieduto, dal 1943 al 1945, da Alfredo Pizzoni.<ref name="dammil5.blogspot.it"/>

Struttura

Ogni partito rappresentato nel CLN ebbe le sue formazioni militari partigiane, che in genere erano coordinate dal rispettivo rappresentante nel CLN (così come vi furono formazioni Repubblicane ed anche di altri gruppi di sinistra).

La giunta militare del CLN era formata da Manlio Brosio (PLI), Giorgio Amendola (PCI), Riccardo Bauer (PdA), Giuseppe Spataro (DC), Sandro Pertini (PSIUP) e Mario Cevolotto (DL).

Nei comitati regionali troviamo esponenti quali, in Veneto, Concetto Marchesi, Egidio Meneghetti e il federalista Silvio Trentin<ref>Template:Cita web</ref>, mentre nel Comitato Toscano di Liberazione Nazionale spicca il nome di Carlo Ludovico Ragghianti<ref>Template:Cita web</ref>.

I comitati regionali e provinciali ebbero un compito prevalentemente politico e di coordinamento, con influenza ma non comando diretto sulle formazioni militari partigiane, che rispondevano in genere direttamente al loro partito. In vari casi le formazioni militari disattesero accordi e ordini del CLN. In ogni caso fu in nome dei comitati regionali che vennero intraprese importanti decisioni e atti, come l'insurrezione dell'11 agosto 1944 in Toscana<ref>Template:Cita web</ref> o la resa tedesco-nazi-fascista di Genova del 25 aprile 1945<ref>Template:Cita web</ref>.

La composizione politica delle brigate partigiane era piuttosto varia:<ref>da ANPI Marassi nella tabella sopra riportata che dovrebbe dare un'idea approssimativa della dipendenza politica e quindi del legame col CLN mancano appunto formazioni di grossa caratura autonome come quelle citate antecedentemente nella voce</ref>

Il Corpo volontari della libertà (CVL)

Il 19 giugno 1944 si costituisce a Milano, quale trasformazione dell'iniziale Comitato Militare del CLN, il CVL (Corpo volontari della libertà). Ne fanno parte il comunista Luigi Longo, l'azionista Ferruccio Parri, il democratico-cristiano Enrico Mattei, il socialista Giovanni Battista Stucchi e, per le formazioni autonome, Mario Argenton. Consulente militare è il generale Giuseppe Bellocchio.

Il 3 novembre 1944 il Comando del CVL è assegnato al generale Raffaele Cadorna, affiancato, in qualità di vice comandanti, da Longo e Parri<ref>isrlaspezia.it</ref>.

Mancate adesioni

Rimasero fuori dal CLN il Partito Repubblicano Italiano, pur partecipando alla Resistenza, per la sua posizione istituzionale che comportava una pregiudiziale antimonarchica-istituzionale, ed anche alcuni gruppi di sinistra che non accettavano il compromesso dell'unità nazionale su cui si basava il CLN che prevedeva la "precedenza alla lotta contro il nemico esterno, spostando a dopo la vittoria il problema dell'assetto Istituzionale dello Stato".

Non aderirono inoltre al CLN formazioni politico militari antifasciste di rilevante importanza come Bandiera rossa di Roma e formazioni anarchiche<ref>"Resistenza" a cura di Giorgio Sacchetti, "Resistenza e Guerra Sociale", in "Rivista Storica dell'Anarchismo", N.1º gennaio-giugno 1995]</ref> di pesante valenza militare come le Brigate Bruzzi-Malatesta<ref>Brigate Bruzzi-Malatesta Pietro Bruzzi da ANPI Template:Webarchive</ref> di Milano, pur agendo di concerto con le Brigate Matteotti, nonché diverse formazioni anarchiche che agivano nella Lunigiana e sui monti di Carrara come il Battaglione Lucetti, mentre di converso molti anarchici per motivi contingenti di mancanza di organizzazione autonoma locale confluirono nelle Brigate Partigiane che facevano riferimento al CLN come, ad esempio, Emilio Canzi comandante unico della XIII Zona operativa, zona relativa all'Appennino Tosco-Emiliano. La stessa adesione al CLN di Stella Rossa fu complessa e problematica, con una grandissima discrezionalità di azione permessa alla Brigata Partigiana stessa da parte del CLN.

Scioglimento

Prima delle elezioni del 1946 i CLN vennero spogliati di ogni funzione e quindi sciolti nel 1947.<ref>Template:Cita web</ref>

Note

Note esplicative e di approfondimento

<references group="N"/>

Note bibliografiche

<references/>

Bibliografia

Voci correlate

Template:Div col

Template:Div col end

Altri progetti

Template:Interprogetto

Collegamenti esterni

Template:Resistenza italiana Template:Controllo di autorità Template:Portale

Categoria:Coalizioni politiche italiane del passato