Secondo i dati confermati dal Consorzio di bonifica pianura di Ferrara, il territorio della provincia è per il 44% sotto il livello del mare, con depressioni che superano i - 4,5 metri in un'area compresa tra il Po, il mare Adriatico, il Reno e il Panaro. L'origine alluvionale del territorio e il fatto che per secoli fosse stato soggetto a inondazioni ricorrenti ha indotto alle prime opere di bonifica realizzate dagli Estensi (con Borso d'Este ed Ercole I d'Este) nelle immediate vicinanze della città (a Casaglia, Diamantina e La Sammartina) e poi all'intervento nel Polesine di Ferrara, voluta da Alfonso II d'Este nel 1580, quando la fase storica del ducato estense stava per concludersi.<ref>Template:Cita web</ref> Tra gli architetti che contribuirono all'opera, figura Giovan Battista Aleotti. In breve tempo, anche a causa dell'abbassamento del suolo dovuto a fenomeni di subsidenza<ref>Template:Cita web</ref>, si perdettero molti dei risultati positivi ottenuti inizialmente e le bonifiche furono necessariamente ripetute (quando ormai Ferrara era tornata sotto dominio papale) con gli interventi voluti dai papi Gregorio XIII, Clemente VIII, Innocenzo X e Benedetto XIV. Le bonifiche che ebbero un effetto più duraturo si attuarono tuttavia in seguito, nel corso del XIX secolo, grazie ai nuovi mezzi meccanici a disposizione.
Il territorio, considerata la sua genesi e le vicende storiche, è contraddistinto da numerosi canali artificiali per l'irrigazione e il drenaggio delle campagne, rese coltivabili e abitabili. Esso risulta totalmente pianeggiante, con un'altitudine compresa tra 2,4 e Template:M, e una superficie di Template:M, il che rende Ferrara il diciassettesimo comune per estensione in Italia. Confina a nord con la regione Veneto, in particolare con la provincia di Rovigo, e a sud con la città metropolitana di Bologna.
Il fiume Po (che nel corso dei secoli ha più volte cambiato il suo corso) ha influenzato la città sin dalla nascita e ne ha condizionato lo sviluppo. Il territorio comunale e molta parte di quello provinciale costituiscono un paesaggio modificato artificialmente, risultato dell'azione umana concretizzatasi nelle grandi opere di bonifica ricordate. La città si trova a un'altitudine inferiore al livello medio delle acque del Po e il fiume deve essere per questo controllato da argini imponenti. Serve un continuo lavoro delle pompe idrovore per non far sommergere la pianura dall'acqua e permettere così che le acque derivanti dalle precipitazioni vengano avviate verso il mare attraverso i numerosi canali artificiali.<ref>Template:Cita web</ref>
Clima
La situazione climatica di Ferrara, rilevata dalla stazione meteorologica di Ferrara San Luca, evidenzia una primavera naturalmente variabile nella sua prima parte, con colpi di coda invernali, seguita da giornate piacevoli senza picchi nella temperatura, mentre le precipitazioni risultano frequenti.
L'estate è calda e afosa, spesso interrotta da temporali anche violenti, con grandinate e un temporaneo abbassamento della temperatura. Con l'anticiclone delle Azzorre, arrivano giornate soleggiate e calde, con temperature nella media del periodo. Con l'anticiclone subtropicale africano, arrivano invece ondate di calore intenso, con un alto tasso di umidità per diverse settimane: nei giorni più caldi si possono superare i 40 gradi, come è successo, per esempio, nell'agosto del 2017.
L'autunno è molto fresco, umido e piovoso. Nella sua seconda parte inizia ad essere rigido e con caratteristiche pressoché invernali. Solitamente arriva la nebbia nelle ore mattutine e serali a causa della conformazione del suolo, che porta a ristagno d'aria.
L'inverno è decisamente rigido, con piogge e nevicate di media entità e frequente presenza di nebbia. Nel mese di gennaio la temperatura minima si attesta su una media di -0,9 °C e la massima di circa +4 gradi. La temperatura media del mese di gennaio è di +1,6 °C. Con l'alta pressione, l'inversione termica notturna può portare la temperatura sensibilmente sotto allo zero, provocando estese e intense gelate. Di giorno, in presenza di nebbia, la temperatura si mantiene prossima allo zero. Le correnti fredde orientali possono portare il burian dalle steppe russe, che provoca intense nevicate oppure giornate soleggiate, ma gelide.
La classificazione sismica fa rientrare il territorio di Ferrara nella zona sismica 3 (pericolosità sismica bassa, con possibili scuotimenti modesti).<ref>Template:Cita web</ref><ref>Template:Cita web</ref>
Attorno alla metà dell'VIII secolo l'intera regione, che comprendeva anche Ravenna, Bologna ed Adria, venne donata da Pipino il Breve, re dei Franchi, a papa Stefano II. Tuttavia, l'inclusione del regno longobardo nell'Impero carolingio rese vane le rivendicazioni pontificie. Nella seconda metà del X secolo Ottone I di Sassonia conquistò il regno d'Italia, che venne così integrato nel Sacro Romano Impero. Ferrara rimase tuttavia legata alla Chiesa e papa Giovanni XV, dopo la morte di Ottone e considerando l'emergere di nuove famiglie nobili (tra le quali i Canossa), concesse la città come feudo a Tedaldo di Canossa.<ref>Template:Cita.</ref> Il primitivo insediamento difensivo del castrum bizantino continuò ad espandersi spostando così il centro politico e religioso dal borgo di San Giorgio all'altra sponda del Po. In queste prime fasi la città si sviluppò seguendo il corso del fiume, fu una città lineare,<ref group=nota>città lineare è quel tipo di organizzazione urbana che ha un prevalente andamento longitudinale, lungo una strada, contro la sponda di un fiume... Template:Cita.</ref> e solo in seguito l'abitato iniziò ad occupare nuove aree settentrionali. Nel 1135 la sede vescovile venne spostata nella nuova cattedrale di Ferrara, innalzata a nord del primitivo insediamento del castrum.
L'affermarsi di distinti poteri (religioso e politico) unito alla struttura urbana che si stava delineando concluse questa fase di città nascente. Sorse, oltre alla nuova cattedrale, il palazzo del municipio, e vennero realizzate o ampliate nuove strade, a partire da via Ripagrande e via Capo delle Volte, che costeggiavano sin dai primi tempi la riva sinistra del Po.
Le famiglie di maggior rilevo a Ferrara attorno ai secoli XII e XIII furono Torelli, Casotti, Aldigeri e Marchesella. Guglielmo dei Marchesella dispose che, in caso di scomparsa senza eredi del fratello, parte delle sue sostanze andassero a Guglielmo e Linguetta, figli di una sorella. Le nozze di Azzo VI d'Este con Marchesella Adelardi, anche se secondo alcune fonti il matrimonio non venne mai celebrato, facilitarono l'ascesa degli Este.<ref>Template:Cita libro</ref><ref>Template:Cita web</ref><ref>Template:Cita libro</ref> Nel 1240 Ferrara fu assediata dai veneziani, alleati con i mantovani. Agli inizi del XIV secolo gli Este scontrarono con Bologna, Mantova e Verona e vennero minacciati nella stessa Ferrara. Azzo VIII d'Este chiese aiuto alla Repubblica di Venezia ottenendo rinforzi, ma alla sua morte il trono passò al nipote Folco II d'Este e non al figlio Fresco d'Este, che venne escluso dalla successione. Fresco, per sostenere il suo diritto e ottenere un'investitura ufficiale come signore della città, offrì il feudo di Ferrara a papa Clemente V.
Il papa inizialmente sostenne il marchese Francesco ma nel 1308 iniziò una nuova guerra per il controllo di ampi territori a nord ed a sud del Po. La Repubblica di Venezia dichiarò guerra allo Stato della Chiesa per mantenere il possesso di Castel Tedaldo, importante roccaforte di Ferrara. Come reazione i legati pontifici ottennero la scomunica del doge di Venezia e di tutti coloro che avessero sostenuto l'occupazione della città. Il conflitto ebbe un esito favorevole per gli estensi ma questi dovettero attendere il 1332 perché il potere tornasse di nuovo e stabilmente nelle loro mani.
A Ferrara, quando ormai la struttura amministrativa aveva raggiunto una sua solidità malgrado l'insicurezza politica, divenne molto attiva una zecca che coniò varie monete. Tra queste la prima fu il Ferrarese o Ferrarino, chiamato Denaro Ferrarese, che aveva un valore superiore all'altra moneta coniata in quel periodo dalla stessa zecca, il Bagattino.<ref>citazione da Treccani on line: Nella zecca di F. del 13° sec., il ferrarino era il denaro equivalente a 1 bagattino e un terzo.</ref> Entrambe le monete su una faccia riportavano il nome dell'imperatore, Fredericus, con le lettere F.D.R.C. circondate dalla parola IMPERATOR, e sull'altra faccia una croce circondata dal nome FERRARIA.<ref>Delle monete di Ferrara trattato, di Vincenzo Bellini</ref>
Il secolo successivo vennero coniate diverse altre monete, tra queste il Quattrino di Ferrara, che su una faccia riportava per la prima volta lo stemma del comune e sull'altra l'effige del vescovo di VoghenzaSan Maurelio.
Fu presente il musicista Luzzasco Luzzaschi e quando Ferrara divenne parte dello Stato della Chiesa il suo allievo Girolamo Frescobaldi fu accolto a Roma come organista in San Pietro.
Il ducato di Ercole II d'Este, nel pieno della potenza estense, merita attenzione per due aspetti particolari. L'amore del duca per le artiglierie lo portò a far diventare Ferrara una potenza militare e una delle capitali europee nella produzione di modernissime artiglierie. Arrivò in città il massimo esperto del tempo, Annibale Borgognoni, artefice, tra le altre, di una colubrina capolavoro chiamata la Regina. L'esercito ducale quindi poteva contare su armi all'avanguardia per i tempi.
La comunità ebraica fu determinante sin da prima della presa di potere da parte della famiglia estense e del raggiungimento del rango ducale da parte della signoria<ref>Template:Cita.</ref> ma fu certamente col 1492 che si verificò un mutamento qualitativo importante. Ercole I d'Este, in quell'anno, accolse gli ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna dai re cattolici.<ref group=nota>Una lapide marmorea posta in via Vittoria ricorda l'avveninento del 1492 con queste parole: Il 20 novembre 1492 il Duca Ercole I d'Este proteso a trasformare mirabilmente il volto della sua capitale onde farne la prima città moderna europea, invitò gli ebrei esuli dalla Spagna a trovare in Ferrara una nuova ospitale Patria e ad apportarvi il contributo del loro ingegno. Da allora e per secoli in questo edificio fiorì la Splendida Sinagoga Spagnola distrutta nel 1944 per mano dei nazifascisti e di qui venne diffuso in Italia e in Europa il prezioso messaggio della cultura sefardita. 20 novembre 1992. COMUNITA' EBRAICA DI FERRARA. DEPUTAZIONE FERRARESE DI STORIA PATRIA. FERRARIAE DECUS</ref> Da allora la cultura ebraica si integrò sempre di più con quella della città sino a diventarne parte fondamentale e caratterizzante.<ref>Template:Cita web</ref><ref group=nota>Ferrara, città capofila della Giornata Europea della Cultura Ebraica: l'inaugurazione al Castello Estense, le visite guidate nell'antico ghetto, le danze in piazza, lo spettacolo dedicato a Grazia Nasì, marrana fuggita dal Portogallo e accolta dai duchi d'Este in un clima di cultura e di tolleranza. Un personaggio simbolo per una giornata dedicata alla 'Donna Sapiens', la figura femminile nell'ebraismo Template:Cita.</ref>
La devoluzione allo Stato Pontificio e la lenta decadenza dal XVII al XVIII secolo
Ferrara tornò sotto controllo diretto dello Stato Pontificio nel 1598 quando la mancanza di figli legittimi del duca Alfonso II d'Este permise al papa Clemente VIII di riappropriarsi del feudo. Con la devoluzione perse il suo status di capitale per divenire semplice città di confine e andò incontro ad un inevitabile declino. Un primo segno del reintegrato potere pontificio fu la costruzione della fortezza. Questo avvenne distruggendo Castel Tedaldo, la delizia di Belvedere ed interi quartieri. La fortezza sarà poi smantellata durante la campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte del 1796, riedificata nell'Ottocento dagli austriaci e definitivamente demolita nel 1859, quando Ferrara divenne parte del Regno di Sardegna. Le cronache del tempo chiarirono il vero motivo della costruzione della cosiddetta cittadella del papa.
Attorno al 1708 l'allora comandante della guarnigione della fortificazione decise l'abbattimento del campanile della chiesa di San Benedetto. La motivazione addotta era che il campanile, anche se lontano, permetteva con la sua altezza di vedere dentro la piazza fortificata e costituiva un potenziale pericolo. L'abate di San Benedetto riuscì a far rientrare la decisione convincendo il legato pontificio, il cardinale Casoni.<ref group=nota>Un segnale questo di come fosse vera l'intuizione popolare che vedeva nella fortezza solo una minaccia per la città.Template:Cita.</ref> Una seconda grave conseguenza fu la creazione del ghetto di Ferrara che colpì duramente gli ebrei ferraresi. Intanto gli Estensi trasferendosi a Modena avevano portato con sé parte delle opere d'arte, delle artiglierie e degli archivi ducali e lo stato pontificio, subito dopo, aveva fatto trasferire a Roma ciò che era rimasto e che si poteva spostare con maggior facilità. In generale le condizioni economiche peggiorarono per tutta la popolazione per molti anni.
Periodo napoleonico, restaurazione e Regno d’Italia nel XIX secolo
Tutto il secolo per la città fu denso di capovolgimenti e di prese di potere successive. Vi fu l'espropriazione dei beni ecclesiastici e vennero introdotte diverse novità a livello amministrativo, si promise maggior giustizia e libertà ma intanto si realizzò l'arricchimento a livello locale di alcune famiglie (i Massari ed i Gulinelli). Nel 1809, sostenuti dagli austriaci, circa 6.000 contadini tentarono l'assalto alla città. Vi furono imprigionamenti, alcuni rivoltosi furono fucilati o ghigliottinati. Nel 1813 in Ferrara rientrarono gli austriaci, Gioacchino Murat la riprese per una sola settimana, poi, nel 1815, gli austriaci rientrarono in modo più stabile e ripristinarono, sotto il loro controllo, il potere dello Stato Pontificio.
Una nuova ribellione a Ferrara ebbe la meglio sulle forze pontificie, attorno al 1831, ma fu domata ancora una volta dagli austriaci. Altri moti insurrezionali di portata limitata, uniti a parziali concessioni, si ebbero a partire dal 1846. Seguì un periodo difficile per altre cause (nove mesi di precipitazioni piovose ininterrotte, alluvioni ed esondazioni del Po ed una epidemia di colera) ma, allo stesso tempo, con novità positive. Venne valorizzata la vocazione agricola del territorio e, a sostegno di questa nuova economia emergente, venne fondata, nel 1838, la Cassa di Risparmio.
Sul piano politico nel 1849 venne dichiarata la fine del controllo pontificio ma le forze austriache controllarono ancora la situazione e procedettero con arresti e fucilazioni.<ref>Template:Cita.</ref> Un mutamento fondamentale si registrò nel biennio compreso tra il 1859 e il 1861 che, a seguito del plebiscito delle provincie dell'Emilia del 1860, portò all'adesione al Regno d'Italia. In quel periodo passò in città anche Giuseppe Garibaldi, diretto in Italia centrale.<ref>1859-1861, su ottocentoferrarese.it</ref>
All'inizio del XX secolo pure a Ferrara si visse il clima che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale. L'interventismo di alcuni esponenti della borghesia cittadina nel 1914 fece giungere in città anche Cesare Battisti,<ref>Template:Cita.</ref> e in seguito, con lo scoppio della guerra, in diversi partirono volontari anche se Ferrara rimase lontana dal fronte, una città di retrovia, poco coinvolta direttamente nelle operazioni belliche.
Con la fine della guerra vennero anni difficili e crebbero le rivendicazioni sindacali. La grande proprietà terriera provinciale, per contenere le richieste dei braccianti appoggiate dal socialismo, sostenne lo squadrismo del nascente fascismo e si ebbero diversi episodi di violenza.<ref>Template:Cita.</ref> In questo clima maturò l'assassinio di Giovanni Minzoni e di questo venne accusato come mandante Italo Balbo (senza che vi facessero seguito conseguenze penali). Il legame tra fascismo e borghesia locale divenne forte e molti appartenenti alla comunità ebraica condivisero inizialmente queste posizioni. Giorgio Bassani invece fu sempre critico con i concittadini per questo ed a conferma della sua opposizione, attorno al 1941, entrò in un gruppo antifascista e venne incarcerato.<ref>Template:Cita.</ref>
Dopo la presa del potere del regime avvenne un mutamento importante. Furono abbandonati squadrismo e violenza scoperta, non più necessari con l'opposizione ormai ridotta al silenzio, e si riscoprirono gli aspetti culturali, utili anche a fini propagandistici. Venne valorizzato il patrimonio storico e artistico cittadino, fu esaltata la peculiarità della Ferrara estense mentre a livello nazionale si celebrava la grandezza di Roma imperiale. Quindi, malgrado le tragedie prodotte dal fascismo (le numerose vittime dello squadrismo e l'annullamento del movimento operaio), per oltre un decennio Ferrara fu di nuovo al centro dell'attenzione nazionale con grandi iniziative ed una riqualificazione urbanistica seconda solo all'Addizione Erculea.
Ancor prima che fossero promulgate le Leggi razziali fasciste si dimise dalla sua carica il podestà Renzo Ravenna perché ebreo e che poi prese le distanze dal regime.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la morte di Italo Balbo, la successiva caduta del fascismo e l'inizio della guerra di liberazione vi furono attentati e rappresaglie. Il federale Igino Ghisellini cadde in un'imboscata, ne furono accusati gli antifascisti e undici ferraresi vennero fucilati accanto al Castello Estense il 15 novembre del 1943.
Figure emblematiche delle contraddizioni vissute dalla città tra le due guerre furono il gerarca Italo Balbo, prima squadrista e violento e poi grande trasvolatore, amico degli ebrei, uomo di stato e di cultura non sempre gradito a Benito Mussolini, il podestà fascista ed ebreo Renzo Ravenna, amico di Balbo, prima amministratore attento della città e poi perseguitato dallo stesso regime perché ebreo, e Giorgio Bassani, scrittore ebreo, antifascista, in grado di indagare la natura profonda dei suoi concittadini e di celebrare con la sua arte la città alla quale era legato.
La seconda metà del XX secolo iniziò con la ricostruzione e vide un progressivo processo di inurbamento con la costruzione di nuovi quartieri di edilizia popolare ed un lento abbandono delle campagne accelerato dalla modifica delle pratiche agricole che richiedevano minor manodopera. Per il medesimo motivo molti braccianti agricoli emigrarono verso altri paesi. Si ebbe poi la crisi di alcune aziende storiche come la Zenith (calzature) e la Lombardi (conserve). La speculazione edilizia non provocò troppi danni, con l'eccezione di due casi: il grattacielo in zona stazione e l'area di porta Paola, accesso alla città da Bologna.<ref>Template:Cita.</ref>
Stemma come da bozzetto ufficiale<ref name=AralCiv />
Il drappo del gonfalone riporta colori identici, ha parti metalliche dorate e asta verticale ricoperta di velluto con bordo d'oro avvolto a spirale. La freccia superiore richiama lo stemma della città.<ref>Template:Cita testo</ref>
Template:Sequenza immagini
Ferrara presenta un centro storico ben conservato e ricco di monumenti. La città è uno dei quattro capoluoghi (con Bergamo, Grosseto e Lucca) ad avere il centro storico circondato da una grande cerchia muraria ancora in larga parte integra e quasi pressoché immutata nel corso dei secoli. Queste mura, che hanno raggiunto in epoca rinascimentale la loro massima estensione, racchiudono un'area di dimensioni molto maggiori rispetto a quella edificata al tempo dell'Addizione Erculea e diversa rispetto al momento della sua fondazione, quando nacque la Ferrariola, collocata a sud dell'antico corso del Po. Lo spazio interno in parte rimase adibito a campi e venne urbanizzato nei secoli successivi all'addizione di Ercole I d'Este. Un momento importante fu quello dell'Addizione Novecentista e poi nuovi interventi furono realizzati nella seconda metà del XX secolo.
L'Addizione Erculea è considerata la più importante e innovativa opera urbanistica del Rinascimento italiano e il suo valore storico e culturale ha influito in modo determinante nell'assegnazione del titolo di patrimonio dell'umanità alla città. L'opera urbanistica fu commissionata all'architetto di corte Biagio Rossetti dal duca Ercole I d'Este, che voleva spazi e dimensioni degni di una capitale. Così venne raddoppiato lo spazio racchiuso dalle mura e si superò il modello urbano romano e medievale, caratterizzato da vie strette e sinuose spesso nate assecondando le disomogeneità del terreno. Rossetti disegnò un nuovo assetto viario intra moenia molto rigoroso e composto da grandi arterie rettilinee che mettevano in comunicazione i punti focali della città e che, incontrandosi, generavano incroci segnalati da edifici monumentali.<ref>Template:Cita.</ref> Il luogo maggiormente identificativo è il Quadrivio degli Angeli, incrocio tra l'asse nord-sud (da Porta degli Angeli al Castello Estense) e l'asse est-ovest (da Porta Mare a Porta Po), su cui affacciano Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno.
L'Addizione Novecentista fu un intervento più frammentato, che interessò solo parte della città. Alcune aree vennero modificate secondo il gusto architettonico del tempo noto come razionalismo italiano. Tra gli architetti interessati vi fu Carlo Savonuzzi e le personalità maggiormemte coinvolte in quel periodo furono Renzo Ravenna e Italo Balbo.
Basilica di San Giorgio fuori le mura, fu la prima basilica della città, costruita sulla sponda destra del Po di Volano dove si era creata e sviluppata la Ferrara antica. Chiamata anche "monastero di San Giorgio degli Olivetani", la chiesa fu costruita nell'VIII secolo e quasi completamente trascurata quando la sede vescovile venne spostata, nel 1135, nell'attuale cattedrale. Il campanile fu rimaneggiato da Biagio Rossetti ed oggi ospita la tomba di Cosmè Tura.
Chiesa di San Paolo, che è stata interamente ricostruita dopo il terremoto del 1570. Fungeva da luogo di sepoltura per la nobiltà ferrarese. Vi sono conservati dipinti dello Scarsellino e del Bastianino. A fianco della chiesa si conserva l'antico convento con due chiostri.
Chiesa di Santa Maria in Vado, che deve il suo nome ad un guado del Po detto il vado presente nei dintorni dell'edificio. Secondo la tradizione nella chiesetta preesistente a quella edificata in seguito, vi avvenne un miracolo eucaristico nel 1171. Da un'ostia spezzata fuoriuscì un getto di sangue che andò a colpire la volta soprastante e il punto dove si suppone siano ancora presenti le macchioline di sangue può essere raggiunto tramite una piccola scala che parte da una delle cappelle.
Chiesa di San Cristoforo alla Certosa. È l'edificio di culto del cimitero della Certosa di Ferrara, anticamente situata in una zona decentrata, come voleva la tradizione dei certosini, fu in seguito compresa all'interno delle mura cittadine con l'Addizione Erculea. Quando i certosini vennero espropriati della chiesa con l'arrivo dell'esercito napolelonico l'edificio passò, nel 1813, tra le proprietà del comune di Ferrara che riaprì la chiesa al culto e trasformo l'antico convento nel cimitero monumentale. L'interno è costituito da un'unica navata dotata di sei cappelle il cui progetto è attribuito a Biagio Rossetti.
Sinagoghe, realizzate nell'area del ghetto sono tre: Scola tedesca, Scola Fanese, Scola italiana.
Chiesa Battista, realizzata in via Carlo Mayr agli inizi del Novecento è composta da una sala di culto e da una sala conferenze intitolata a Martin Luther King.
Castello Estense (1385). Viene considerato il monumento più rappresentativo della città. Fu concepito come fortezza militare, costruito in mattoni, a pianta quadrata e dotato di quattro torri difensive con altane, circondato da un fossato con acqua che lo rende uno degli ultimi castelli europei con tale caratteristica. Già a partire dal 1476 Ercole I d'Este decise di trasformarlo per fargli assumere la funzione di reggia signorile. La famiglia abbandonò così la precedente residenza del Palazzo Municipale e, a cominciare dal Cinquecento, intraprese i primi interventi di abbellimento del castello, in particolare con la sistemazione della via Coperta, un corridoio sopraelevato che unisce il Castello Estense al Palazzo del Municipio, all'interno della quale Alfonso I d'Este collocò i cosiddetti Camerini d'alabastro, ovvero delle sfarzose stanze contenenti importanti opere appartenute a Dosso Dossi, Tiziano Vecellio e Antonio Lombardo.
Palazzo Municipale. Fu la prima dimora degli Estensi e venne costruito ad iniziare dal 1245. Assunse le dimensioni moderne attorno al 1481. Nel 1927, durante il periodo della addizione Novecentista, la facciata rivolta verso la cattedrale venne interamente ricostruita in stile neogotico e fu riedificata la nuova torre della Vittoria al posto di quella crollata secoli prima. L'edificio ha una pianta rettangolare allungata con le facciate libere rivolte a piazza della cattedrale e corso Martiri della Libertà, piazza Savonarola, piazza castello, via Garibaldi e via Cortevecchia. L'entrata principale del palazzo (il Volto del Cavallo) è posta di fronte al protiro del duomo, a confermare l'importanza del potere politico oltre a quello religioso. Il cortile interno presenta altre due entrate, la Volta del Cavalletto (in via Cortevecchia) e il Volto della Colombina, dove inizia via Garibaldi. Questo cortile un tempo era riservato alla corte, come il giardino delle Duchesse, ed è diventato piazza del Municipio con il monumentale scalone d'onore cinquecentesco che permette l'accesso al piano nobile del palazzo. Altri accessi sono dalla loggia in piazza Savonarola oppure dal Castello Estense attraverso la via Coperta.
Palazzo dei Diamanti. È uno dei palazzi cittadini di maggior rilievo, sede espositiva di numerose mostre temporanee e sede permanente della Pinacoteca Nazionale. La particolarità del monumento risiede negli 8.500 blocchi di marmo a forma di punta di diamante che, oltre a dare il nome al palazzo, rendono la struttura notevolmente articolata grazie alle diverse inclinazioni delle punte dei diamanti che riescono così a creare numerosi effetti di luci ed ombre.
Palazzo Bevilacqua Costabili. È un'importante dimora storica che ha ospitato la famiglia Bevilacqua trasferita in città da Verona in occasione delle nozze di famiglia. La facciata è ornata da nicchie ritraenti volti di imperatori romani e decorazioni raffiguranti trofei militari. Il lavoro viene attribuito a Giovan Battista Aleotti che lavorò, sempre a Ferrara, anche al palazzo Bentivoglio, caratterizzato da un simile apparato decorativo. Dopo lunghi restauri, nel 2006, vi hanno trovato sede le aule e gli uffici della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Ferrara.
Palazzo Costabili. Viene chiamato anche palazzo di Ludovico il Moro ed è sede del Museo archeologico nazionale. Si presume che sia stato voluto dell'allora duca di Milano, Ludovico il Moro, che decise di trasferirsi a Ferrara per sfuggire a pericoli che stava correndo in quel periodo. Costruito tra il 1495 e il 1503, fu opera di Biagio Rossetti che rese particolare il palazzo per il cortile d'onore interno caratterizzato da un portico con un doppio ordine di arcate. Nel museo archeologico sono contenuti numerosi manufatti appartenuti all'antica città etrusca di Spina. La stanza più rappresentativa e più importante è la cosiddetta Sala del Tesoro la cui volta fu decorata con la tecnica del trompe l'oeil da Benvenuto Tisi da Garofalo.
Palazzo Bentivoglio. Venne edificato per volontà di Borso d'Este nel 1449 e ristrutturato nel 1585 ad opera di Cornelio I Bentivoglio. L'imponente prospetto, riccamente decorato con bassorilievi marmorei araldici, armature, frecce, lance e bandiere è attribuito ad una collaborazione tra Pirro Ligorio e Giovan Battista Aleotti. All'interno si trovano pregevoli soffitti dipinti nel 500 dalla bottega dei Filippi.
Palazzo Roverella. Fu edificato nel 1508 su commissione di Girolamo Magnanini, cancelliere del Duca Alfonso I d'Este. È una delle ultime opere realizzate da Biagio Rossetti. Ebbe numerosi passaggi di proprietà. Nel XVIII secolo i Magnanini lo vendettero ai conti Roverella, passò poi ai conti Aventi alla fine del XIX secolo ed infine a Giuseppe Zamorani che lo lasciò in eredità al circolo dei Negozianti, che ne è proprietario dal 1932. Palazzo Roverella, a differenza di altri edifici rossettiani, è stato concepito per una visione frontale e non angolare e la facciata è caratterizzata da un assoluto rigore geometrico determinato dagli elementi architettonici e dagli ornamenti in bassorilievo, tipici del rinascimento locale. Di particolare originalità sono le finestre addossate come bifore alle lesene che scandiscono gli spazi verticalmente e la trifora timpanata che si apre al centro della facciata.File:Parva sed apta mihi.jpgCasa di Ludovico Ariosto, in via Ariosto, sede della fondazione Bassani.
Palazzo Contrari. Edificato nel XIII secolo sulla via omonima, all'angolo con via Canonica, in pieno centro cittadino. Aveva una merlatura che crollò durante il terremoto di Ferrara del 1570. Venne in seguito modificato ma conserva un aspetto monumentale, anche grazie al bel portale bugnato in marmo. Nelle ampie stanze i soffitti sono a cassettoni rifiniti con oro e figure di pregevole fattura. Nell'intero edificio vi sono molti fregi risalenti al momento della sua edificazione.
Palazzo della Ragione, non più esistente, fu abbattuto dopo un incendio avvenuto alla fine della seconda guerra mondiale<ref>Template:Cita web</ref> Un'immagine storica così come appariva nel 1506 è presente in una miniatura del Libro de' giustiziati in Ferrara, conservato nella Biblioteca comunale Ariostea<ref>Bonazza, Mirna (a cura di), manuScripti. I codici della Biblioteca Comunale Ariostea, Comune di Ferrara, 2002, pag. XVII.</ref>. L'edificio recente è stato oggetto di una ricostruzione poco rispettosa del suo aspetto storico su progetto di Marcello Piacentini e per questo molto criticata, anche se non da tutti gli esperti. Bruno Zevi lo inserì nel cosiddetto stupro di Ferrara e Carlo Bassi nello sventramento di San Romano, che portò ad esempio all'intervento che modificò in modo pesante parte di corso Porta Reno.
Teatro comunale (XVIII secolo), è il teatro principale della città. Quando se ne decise la costruzione ne esistevano già altri in città, ma si sentì la necessità di una struttura nuova e maggiormente rappresentativa. Furono scelti gli architetti Antonio Foschini e Cosimo Morelli e venne decisa anche la sede ma all'inizio sorsero problemi sul progetto e solo dopo anni di ritardi i lavori ripresero per essere riaffidati ancora a Foschini e Morelli. Nel 2014 il teatro è stato dedicato alla memoria di Claudio Abbado, che ne fu a lungo direttore artistico.
Teatro Nuovo, è il secondo della città per importanza, inaugurato nel 1926. Sino al 2006 la sala veniva usata anche come cinema.
Sala Estense è all'interno del palazzo municipale. All'origine fu la chiesa della casata estense poi, sconsacrata, venne utilizzata per altri scopi. Attorno al 1925 venne riadattata e divenne sala cinematografica e dopo anche teatro o spazio per conferenze, concerti e manifestazioni. Spesso ospita la compagnia teatrale dialettale Straferrara.
Mura di Ferrara, sono costituite da una cinta fortificata che è andata espandendosi da quando i bizantini, attorno al VI secolo, ne costruirono il primo nucleo. In seguito assunsero una disposizione allungata sulla riva a nord del Po unendo il Castello dei Curtensi con Castel Tedaldo. Le varie addizioni cittadine successive fecero assumere a queste fortificazioni il loro aspetto definitivo, che raggiunsero con l'Addizione Erculea, durante il governo di Ercole I d'Este.
Bastioni e porte fortificate, posizionate lungo le mura, meritano un'attenzione particolare per le loro caratteristiche architettoniche o l'utilizzo che se ne è fatto nel tempo. Porta degli Angeli che fu a lungo impiegata come spazio espositivo ne è un esempio, oppure il Torrione di S. Giovanni, usato come ambiente per concerti Jazz.
Castello Estense (chiamato anche Castello di San Michele perché la prima pietra fu posata il 29 settembre, giorno di San Michele) venne edificato nel 1385 come fortezza militare su progetto di Bartolino da Novara. Partendo dalla già esistente Torre dei Leoni vennero costruite altre tre torri ed una nuova struttura difensiva ad unirle. Nel 1476 Ercole I d'Este iniziò a trasformare il castello in palazzo adatto alla sua corte facendogli assumere la funzione sino ad allora assolta dal Palazzo Municipale. Divenne così una reggia rinascimentale e, di fatto, l'edificio monumentale più importante di Ferrara.
Completamente scomparsa la fortificazione di Castel Tedaldo, distrutta per edificare la fortezza papale che a sua volta è stata quasi completamente demolita.
Quartiere medievale che ospitava il Castello dei Curtensi. Conserva ancora tracce della primitiva fortificazione nella disposizione delle vie che sembrano seguire le antiche mura.
Parco Massari, che prende il nome dal vicino palazzo Massari ed è il più ampio parco dentro le mura di Ferrara. Nel XIX secolo i conti Massari, acquisendo il palazzo, lo modificarono trasformandolo in un tipico giardino all'inglese.<ref>Template:Cita web</ref>
Parco urbano Giorgio Bassani, un tempo riserva di caccia e svago degli Estensi e che costituiva anche un'importante area per la difesa territoriale. Era accessibile dal Castello Estense percorrendo corso Ercole I d'Este ed attraversando la Porta degli Angeli, inaugurata nel 1492 e chiusa ufficialmente nel 1598, quando gli Estensi trasferirono la loro corte a Modena. File:0 Parco urbano Giorgio Bassani 20.jpgParco urbano Giorgio Bassani durante la manifestazione della Vulandra.La porta fu poi aperta in modo irregolare sino al 1700. Recentemente dalla città vi si accede con un varco aperto nella mura, in corrispondenza dei Rampari di Belvedere, attraverso via Azzo Novello. Si estende a nord dalle mura cittadine e nei progetti dovrebbe spingersi sino al Po, occupando di fatto un'area enorme attualmente utilizzata per l'agricoltura e, a Pontelagoscuro, occupata dai resti di uno zuccherificio. È la più grande area verde fuori dalle mura della città dotata di attrezzature, piste ciclabili, un laghetto ed ampie aree a prato. Ospita la manifestazione del Ferrara Balloons Festival e la Vulandra (Festival internazionale degli Aquiloni). Rientrano nei suoi confini il Centro Natatorio Comunale di Via Riccardo Bacchelli, con piscina coperta e scoperta, la sede del CUS Ferrara Golf, gli impianti sportivi della facoltà di Scienze Motorie dell'Università degli Studi di Ferrara ed il campeggio Comunale Estense, tutti in Via Gramicia.
Il polmone verde delle mura cittadine viene utilizzato da praticanti di sport amatoriali o per semplici passeggiate. In alcune zone si amplia notevolmente, e forma veri e propri parchi, come succede ad esempio alla fine di via XX Settembre, in viale Alfonso d'Este, nel cosiddetto Montagnone (che spesso in certi periodi dell'anno ospita luna park itineranti), oppure nella zona di viale 4 novembre, un tempo Fortezza, antica area fortificata di cui sono rimasti due bastioni esterni dopo la sua distruzione. A breve distanza si trova la piazza dell'acquedotto, poi ci sono i Giardini della Stazione, i giardini di Viale Cavour e il verde di Piazza Ariostea. A Ferrara è ancora possibile scoprire, entro le mura cittadine, uno scorcio incredibile di campagna, come se non si fosse dentro la città. Partendo da piazza Ariostea e proseguendo per via Folegno e via delle Vigne si raggiunge un incredibile spazio aperto con campi. Tipici infine i numerosissimi giardini privati che si trovano nascosti tra le mura degli antichi palazzi medievali e rinascimentali.
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 15,375 ovvero l'11,88% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:<ref>Template:Cita web</ref>
Secondo le analisi del comune di Ferrara la comunità che ha avuto il maggior incremento a partire dal 2004 è stata quella rumena. Ucraini, moldavi e albanesi sono risultati in crescita rallentata mentre marocchini e soprattutto nigeriani in forte aumento. Dal 1997 al 2007 la percentuale di cittadini stranieri residenti è passata dal 0,9% al 10,3%.<ref>Template:Cita web</ref>
Questi dati percentuali (10,3%) sono leggermente più contenuti della media fatta registrare a livello regionale (12% tra tutti i residenti)<ref>Cittadini stranieri 2018 - Emilia-Romagna</ref> ma leggermente più elevati della media nazionale (8,5% tra tutti i residenti).<ref>Cittadini stranieri in Italia - 2018</ref>
Lingue e dialetti
Nella città ed in provincia, oltre all'italiano, è parlato il dialetto ferrarese (frarés), simile nella grammatica agli altri dialetti emiliani, ma con accento ed inflessioni del tutto proprie ed influenze semantiche dal vicino Veneto. Il ferrarese è parlato anche in alcune zone limitrofe del basso Polesine e dell'Oltrepò Mantovano. I dialetti di Copparo, Bondeno o Argenta differiscono dal ferrarese cittadino ed al contempo sono leggermente diversi tra loro. A Comacchio e nella zona valliva il dialetto è marcatamente diverso ed è considerato dialetto a sé.<ref>Template:Cita web</ref>
Alcuni termini e regole grammaticali del dialetto ferrarese sono simili a quelle della lingua francese. Ad esempio, l'uso del soggetto è sempre obbligatorio, nella forma riflessiva la particella precede il verbo e nelle forme interrogative si applica l'inversione soggetto/verbo. Tali analogie, comuni peraltro a quasi tutti i dialetti dell'Italia Settentrionale, vengono da molti erroneamente ricondotte alle dominazioni straniere del passato.<ref>Template:Cita web</ref>
Palio di Ferrara, che si svolge l'ultima domenica di maggio in Piazza Ariostea, è la manifestazione tradizionale più antica della città. Le cronache ferraresi riportano l'esistenza di festeggiamenti e giochi già a partire dal 1259, quando gli Estensi vinsero una guerra contro Ezzelino III da Romano, comandante delle truppe imperiali. Venne riproposto nel 1933, quando si tenne una memorabile Mostra del Quattrocento ferrarese al Palazzo dei Diamanti voluta da Italo Balbo e Renzo Ravenna e ritornò ininterrottamente dopo la seconda guerra mondiale.
Ferrariae Decus, fondata nel 1906, è attiva nella tutela del patrimonio storico e artistico della città e della provincia. Ha reso possibili, ad esempio, restauri alla chiesa di Santa Maria in Vado ed alla cattedrale.
Cultura
Ferrara è legata a molte personalità che, nel corso dei secoli, hanno lasciato un'eredità importante.
Vittore Veneziani fu uno dei più importanti direttori di coro italiani nel periodo a cavallo tra le due guerre, direttore del coro della Scala di Milano fu anche apprezzato autore di musica vocale.
Archivio storico comunale e Centro di Documentazione Storica (Centro Etnografico Ferrarese del Comune di Ferrara). Le sedi sono nello stesso edificio in via Giuoco del Pallone, 8.<ref>Template:Cita web</ref><ref>Template:Cita web</ref>
Centro Inquinamento Ambienti alta Sterilità (CIAS), istituito nel 2015 presso l'Università degli Studi di Ferrara con la partecipazione di Dipartimento di Architettura e Dipartimento di Scienze Mediche. Si interessa di sanificazione in sicurezza di reparti ospedalieri, di riduzione del rischio di infezioni per l'uomo (all'interno dei nosocomi) e per gli animali nell'allevamento moderno, degli operatori negli ospedali, in particolare nelle sale operatorie, di efficienza energetica e di procedure di sicurezza in casi particolari.<ref>Centro ricerche Inquinamento fisico chimico microbiologico Ambienti alta Sterilità, su unife.it</ref>
Camera anecoica acustica, laboratorio di ricerca, certificazione e sperimentazione del dipartimento di ingegneria dell'Università degli Studi inaugurata nel 2008. Si presta a esperimenti nel campo del rumore e della potenza sonora, e viene utilizzata per certificazioni industriali.<ref>Template:Cita web</ref>
Scuole
A Ferrara sono presenti scuole di ogni ordine e grado e vari istituti di formazione professionale. Alcune scuole hanno particolari motivi di interesse storico ed artistico, o vi hanno studiato personalità che in seguito hanno raggiunto notorietà o fama anche a livello internazionale. A solo titolo di esempio si ricordano le seguenti:
Scuola elementare Alda Costa, che fu costruita negli anni trenta del Novecento dall'ingegnere Carlo Savonuzzi. L'edificio è in cotto e caratterizzato da un'alta torre con relativo orologio, il tutto decorato da interventi geometrici e dall'uso del cemento a vista.
Liceo Ariosto, fondato nel 1860 in via Borgo dei Leoni e poi trasferito dal 1976 in via Arianuova. Dal 2005 il liceo ospita nei suoi spazi aperti il laboratorio didattico di archeologia Nereo Alfieri. Questo antico istituto ha avuto tra i suoi studenti Giorgio Bassani, Michelangelo Antonioni, Vittorio Sgarbi e Daria Bignardi.
Conservatorio Girolamo Frescobaldi, fondato a Ferrara nel 1870 come Istituto Musicale ed ospitato all'inizio in via Savonarola venne trasferito nell'edificio eretto su progetto di Carlo Savonuzzi nel 1937, il palazzo del Conservatorio G. Frescobaldi in via Previati.
Museo Giovanni Boldini. Si trova nel palazzo Massari. Le sale espongono, oltre alle opere artistiche, anche materiale appartenuto al pittore come schizzi, bozzetti e strumenti di lavoro donati dalla moglie di Boldini.
Museo dell'Ottocento (palazzo Massari). Espone opere dei più rappresentativi artisti ferraresi del XIX secolo e raccoglie oggetti di interesse religioso, letterario e storico.
Quotidiani storici a Ferrara sono stati<ref>Template:Cita web</ref><ref>Giornali, su ottocentoferrarese.it</ref> L’Avviso Patriottico (diffuso con pochi numeri nel 1797), Il Giornale del Basso Po (stampato solo nel 1798), Giornale Ferrarese (il primo giornale pensato con impostazione moderna), Gazzetta Ferrarese (diffusa tra il 1848 e il 1929), La Domenica dell'Operaio (a partire dal 1895), Corriere Padano (fondato nel 1925 da Italo Balbo e diretto a lungo da Nello Quilici. Chiuse nel 1945 e vi scrissero, tra gli altri, Giorgio Bassani, Luigi Preti e Michelangelo Antonioni).
Radio Sound 97.5 FM Ferrara, emittente con sede a Codigoro, ma con studi radiofonici in città. Riporta notizie su Ferrara e sulla sua provincia ed è seguita quotidianamente da 25.000 ascoltatori.<ref>Template:Cita web</ref>
La città di Ferrara non ha un suo teatro stabile. Dal 1931 è attiva la compagnia dialettale Straferrara.<ref>Template:Cita web</ref> Sul territorio sono presenti l'associazione culturale Ferrara Off<ref>Template:Cita web</ref> e il teatro Nucleo.<ref>Template:Cita web</ref> Dal 1998 era stata in attività la compagnia di teatro Instabile Urga, che si è sciolta nel 2012.<ref>Template:Cita web</ref> Dal 2008 al 2011 questa compagnia aveva organizzato il Barcollanti Festival<ref>Template:Cita web</ref>
Gli insaccati vengono dalla tradizione contadina, e sono il salame all'aglio e la Zia ferrarese. I ciccioli non sono insaccati ma si ottengono da sempre dalla lavorazione della carne di maiale e vengono prodotti e consumati in zona. Molto diffusa era la pancetta arrotolata, affettata come un salume. Ai salumi spesso si abbinano i pinzini, non tipici e meglio conosciuti come gnocco fritto ma molto diffusi.<ref>Salame ferrarese, su ferraraterraeacqua.it</ref>
I vini i più noti del territorio sono quelli del bosco Eliceo, che hanno origini legate al periodo di Spina e si sono poi ottenuti probabilmente da innesti con vitigni portati da Renata di Francia, consorte del duca Ercole II d'Este.<ref>Template:Cita web</ref>
Il Jazz Club Ferrara (Torrione di San Giovanni Battista) presenta musicisti Jazz di alto livello. Vince il titolo di miglior Jazz Club Italiano del 2010.<ref>Template:Cita web</ref>).
Ferrara Sotto le Stelle fa arrivare in piazza Castello in estate artisti della musica italiana e internazionale.
Nel 2007 si è tenuto il primo festival di giornalismo organizzato dalla rivista Internazionale, Internazionale a Ferrara, che in tre giorni ha fatto arrivare oltre 17,000 persone. Rivelatosi un successo, è stato nuovamente riproposto.
Dall'ultimo decennio del XX secolo si tiene il Salone Internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese Culturali.<ref>Template:Cita web</ref>
Geografia antropica
Urbanistica
La storia di Ferrara iniziò quando la sede vescovile di Voghenza, a causa della migrazione longobarda, venne trasferita nell'allora lingua di terra creatasi tra i due rami del fiume Po (il Po di Volano e il Po di Primaro). Qui il borgo di San Giorgio rappresentò la prima area di urbanizzazione, la Ferrariola, e vi si eresse la basilica di San Giorgio fuori le mura. Quella fu la genesi urbanistica di Ferrara e non la migrazione dalla città etrusca di Spina (decaduta, sostituita da Ravenna e interrata per avanzamento della costa). Lentamente poi parti di popolazione sempre più consistenti si spostarono sulla sponda a nord del Po, dove si estendeva un vasto territorio sul quale sorse la città del medioevo.
L'urbanizzazione avvenne per addizioni. Partendo da due nuclei fortificati si formò una prima città lineare che poi, con ampliamenti successivi, crebbe principalmente verso nord. I principali furono<ref>Template:Cita.</ref>:
Addizione Erculea, del 1492. Voluta dal duca Ercole I d'Este ed attuata dall'architetto Biagio Rossetti) fu storicamente la più importante opera urbanistica che interessò Ferrara facendola diventare la prima città moderna d'Europa. Il disegno si ispirava al modello romano del cardo e del decumano e prevedeva un asse viario che partiva dal Castello Estense e raggiungeva la porta degli Angeli ed un altro che collegava le due porte principali della città, la porta a Mare e la porta a Po. L'incrocio emblema di questa addizione è il Quadrivio degli Angeli.
File:Ferrara - Corso Porta Reno.jpgCorso Porta Reno presso i fornici di accesso alla piazza del duomo. Ben distinguibile a sinistra il lato originale medievale della via ed a destra la parte ricostruita con criteri moderni nel secondo dopoguerra.
Addizione Novecentista, della prima parte del XX secolo. A partire dagli anni venti si ebbe una riqualificazione urbanistica voluta dall'amministrazione comunale per ridare nuova veste a varie aree della città grazie alla costruzione di edifici seguendo lo stile razionalista. Tra i suoi artefici più importanti vi fu l'architetto Carlo Savonuzzi. Non fu propriamente un'addizione ma rientrò in quel periodo storico anche l'attività edilizia portata avanti dall'Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Ferrara, che puntò alla costruzione di numerosi alloggi sia in città sia nell'intera provincia. A Ferrara le zone maggiormente interessate furono quelle di corso Isonzo e del quartiere Barco.<ref>Il periodo pre bellico e gli anni della guerra (1923 - 1945), su acerferrara.it</ref>
Il tessuto urbano della città può essere suddiviso in due parti distinte attraverso il confine segnato dall'asse viario di corso della Giovecca e viale Cavour che taglia nettamente la città. A sud vi è l'antica zona medioevale col Castello Estense, la cattedrale e il borgo San Giorgio, fuori dalla mura. A nord vi è la città rinascimentale, con parte degli insediamenti più recenti all'interno delle mura, in particolare nell'area in direzione del quartiere Barco.
Il corso della Giovecca è stato per secoli un canale a nord della cinta muraria, uno spazio che distingueva il dentro dal fuori, un ostacolo sia fisico sia psicologico. Lo sviluppo della piazza Nuova (poi piazza Ariostea), nel progetto di Rossetti, avrebbe dovuto essere diverso, e quasi certamente il suo destino era quello di avere attorno, su tre lati, un porticato. Avrebbe dovuto diventare un mercato, centro di traffici urbani. Le previsioni non furono rispettate e le nuove aree comprese dall'addizione di Ercole I non furono subito sfruttate per costruirvi abitazioni da parte della popolazione. Ne approfittarono solo le grandi famiglie, che vi trovarono spazi economici le loro dimore ampie e con giardini, mentre gli altri ferraresi preferirono rimanere nella parte storica della città, dove l'abitudine ed il timore del nuovo li tratteneva.<ref>Template:Cita.</ref>
Le circoscrizioni di Ferrara, in seguito all'entrata in vigore della legge n. 42/2010, che soppresse le circoscrizioni nei comuni con meno di 250,000 abitanti, non sono più presenti e al loro posto sono venute le delegazioni che, a differenza delle circoscrizioni, non sono composte da rappresentanti eletti.
L'economia si è sempre basata sull'agricoltura e nella prima parte del XX secolo la grande proprietà terriera fu una forza importante a livello locale. All'inizio del ventennio fascista sostenne lo squadrismo per contrastare le rivendicazioni sindacali. La nascita delle corporazioni mutò in seguito i rapporti eliminando la lotta di classe e imponendo regole che esaltavano le competenze dei lavoratori con manifestazioni e fiere senza concedere riconoscimenti economici. Si puntò anche sull'industrializzazione senza ottenere il successo sperato e intanto la crisi nel settore della canapa fece lievitare il numero dei disoccupati in agricoltura (oltre 70.000 senza lavoro) mentre la grande depressione peggiorò la situazione.<ref name=":1"/> Nel secondo dopoguerra si ebbe un periodo di espansione economica che tuttavia si esaurì e con la fine del secolo l'intero territorio provinciale entrò nuovamente in difficoltà.
Il settore agricolo interessa l'intero territorio provinciale che, storicamente, è un'area a vocazione agricola da secoli, con parti coltivate da molto tempo ed altre di bonifica più recente. Tra le coltivazioni più comuni vi sono i cereali (frumento e mais), i prodotti tipici dell'orto, i frutteti<ref>Template:Cita libro</ref> e le viti, mentre un tempo erano numerosi i campi con barbabietola da zucchero e canapa. Per ottenere la fibra dalla canapa, poi utilizzata dall'industria tessile, serviva macerare gli steli della pianta uniti a formare enormi zattere in stagni artificiali, i maceri, che hanno caratterizzato per anni la campagna ferrarese. Dai braccianti addetti alla coltivazione della canapa nacquero i primi movimenti sindacali nel ferrarese.<ref>Canapa, su ottocentoferrarese.it</ref><ref>estrazione della canapa dal macero, su regione.emilia-romagna.it</ref> Il settore entrò in difficoltà quando crollò il prezzo della fibra in seguito all'introduzione, fuori dall'Italia, di nuove materie prime per la produzione di filati per i tessuti alla fine degli anni venti ma la coltivazione continuò ancora per circa un cinquantennio.<ref name=":1"/>
Per diversi anni nel secondo dopoguerra a Ferrara si tennero fiere biennali ortofrutticole internazionali<ref>Template:Cita libro</ref> a riprova dell'importanza avuta dal settore per l'economia territoriale. La base occupazionale della provincia raggiunge l'8,3% ovvero il tasso più elevato di tutto il nord-est d'Italia con 8.763 industrie attive nel settore e 180 000 ettari di superficie agraria complessiva.
Anche la pesca ha un ruolo di rilievo nell'economia locale ed il 55% dei 3.000 addetti nell'Emilia-Romagna è nella provincia, con un totale di 1.135 imprese attive. Il pescato che si ottiene nei comuni di Goro e Comacchio raggiunge circa i 100 000 quintali. Il 53% del totale viene venduto ai mercati all'ingrosso della regione.
La tradizione artigiana risale certamente ai secoli della fondazione della città ma è solo con la signoria estense prima e con la legazione papale dopo che vennero formalizzate con appositi statuti le corporazioni delle arti e mestieri. Queste associazioni avevano varie finalità, tra queste la difesa dei mestieri come erano tramandati tradizionalmente ed una prima forma di mutuo soccorso. A Ferrara furono numerosissime, e quelle con un maggior numero di aderenti furono: barbitonsori (barbieri), callegari (calzolai), carradori (costruttori ed addetti alle carrozze), drappieri (produttori e commercianti di stoffe), e poi ancora fornai, fruttaroli, casaroli, mastellari e così via. Queste corporazioni vennero in gran parte disciolte nel periodo napoleonico. Qualche anno dopo rimanevano in città solo piccoli artigiani indipendenti e poche attività artigianali di una certa dimensione. Queste ultime si limitavano principalmente al mercato interno a causa, tra l'altro, del pessimo stato delle vie di comunicazione. Attorno alla metà del XIX secolo erano presenti, con certezza, una conceria di pelli<ref>Le concerie di Ferrara, 1430-1935, su lanuovaferrara</ref>, qualche pastificio, una piccola fabbrica di cappelli, un saponificio e poco altro.<ref name=":0">Template:Cita.</ref>
Durante il ventennio fascista le corporazioni rinacquero, o meglio, nacquero nuove corporazioni, in contrapposizione al movimento sindacale, che ripresero solo in parte l'antico spirito. Nel 1926 vennero fondati infatti il Ministero delle corporazioni e il Consiglio nazionale delle corporazioni.<ref name=":1">Template:Cita.</ref>
A Ferrara è presente l'associazione territoriale della CNA, alla quale sono associate oltre 5.000 imprese, tra le quali molte artigiane,<ref>Template:Cita web</ref> inoltre è sede anche di Confartigianato Ferrara, al quale aderiscono circa 2.500 imprese.<ref>Template:Cita web</ref>
Il settore dell'artigianato ferrarese appare in progressiva crescita, addirittura più della media nazionale. Le imprese artigiane ferraresi producono il 13,8% del valore provinciale rivestendo un ruolo fondamentale nell'ambito del sistema produttivo locale caratterizzato da piccole aziende: 26.000 addetti operano nel settore e il 35,5% degli imprenditori ferraresi è rappresentato da artigiani.
Ferrara è stata meta di importanti ricollocazioni di attività manifatturiere. Il 26,3% del prodotto provinciale deriva dall'industria con un totale di 54,000 persone occupate in tale settore, delle quali 46 000 operanti nella trasformazione industriale e 8.000 nel settore edilizio-costruzioni che rappresentano il 34,8% dell'intera occupazione provinciale. Il territorio ferrarese rimane tuttavia una delle aree meno industrializzate dell'intera regione.<ref>Da Treccani on line: Ferrara</ref>
La Fiera di Ferrara è il principale polo fieristico cittadino e con la Fiera di Modena e quella di Bologna forma il polo fieristico regionale. Ogni anno vengono organizzati circa 15 eventi fieristici.<ref>Template:Cita web</ref>
Il turismo vive grazie alle offerte culturali e ambientali che città e provincia riescono a proporre, ed alla rivalutazione del periodo estense. Il livello dei settori museale e artistico della città hanno permesso la crescita dell'interesse da parte di visitatori italiani e stranieri. Nella provincia è forte l'attrattiva esercitata dai lidi di Comacchio e dal parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna.<ref>Template:Cita web</ref>
Il terziario legato al turismo tuttavia produce il 66,9% del valore provinciale contro una media nazionale del 70,9% ed il comparto fa registrare una lieve flessione, unico capoluogo di provincia nell'intera regione con questo risultato. Gli arrivi e le presenze sono stazionari ma calano i pernottamenti (-3,2%). Sono positivi i dati che riguardano i turisti stranieri.<ref>Template:Cita web</ref><ref>Turismo, calano gli arrivi e i pernottamenti</ref>
Infrastrutture e trasporti
Trasporti e vie di comunicazione a Ferrara comprendono essenzialmente autostrada e altre arterie stradali e ferrovie. Importanza secondaria rivestono ancora il trasporto fluviale e aeroportuale.
La viabilità storica di Ferrara comprende i viali che seguono l'andamento delle mura cittadine. All'interno della cinta muraria sono fondamentali le vie legate all'Addizione Erculea, viale Cavour e corso della Giovecca da un lato e corso Porta Mare, corso Biagio Rossetti e corso Porta Po dall'altro, intersecati da corso Ercole I d'Este. Le vie extraurbane principali sono quelle di collegamento con le altre città della regione e la riviera di Comacchio, tra queste via Bologna, via Ravenna, via Modena, via Padova e la già ricordata superstrada Ferrara-Mare.
Piazza Trento e Trieste è la piazza più importante della città, circondata da edifici storici come la Cattedrale, il Palazzo di San Crispino, il teatro Nuovo e il palazzo Municipale. Il marciapiede centrale viene chiamato listone ed ospita in parte il mercato settimanale cittadino e numerose manifestazioni culturali, turistiche, economiche e promozionali in diverse occasioni.
Corso Martiri della Libertà, che ha inizio da Piazza Cattedrale e termina nel Largo Castello, in passato era piazza del Commercio e vi si tenevano commerci di derrate e animali. Sulla strada si affaccia il palazzo Municipale, dotato nel 1503, per volontà di Ercole I d'Este, di un loggiato con colonne di marmo, distrutto da un incendio nel 1532. Su questa struttura, vi era una sala in cui si svolgevano le rappresentazioni teatrali, e dove Ludovico Ariosto faceva recitare le sue Commedie. Nel palazzo risiedevano le principesse estensi, vi si riuniva il Consiglio dei Dodici Sapienti (componenti il Magistrato Ducale); viene utilizzato per gli uffici comunali. Di fronte al municipio sorge il palazzo arcivescovile raccordato all'antica sede vescovile edificata già a partire dal XII secolo, della quale rimane il prospetto su via degli Adelardi. Sul corso dominano la torre Marchesana e la torre dei Leoni del Castello Estense. Sul lato opposto al Castello si trova il teatro Comunale, che racchiude la caratteristica rotonda Foschini.File:Vicolo dei Duelli 5.jpgUn punto poco conosciuto della città, il vicolo dei Duelli.
Piazza Savonarola si apre su corso Martiri della Libertà a fianco del Castello Estense, è delimitata dalla Loggia dei Camerini del palazzo Municipale e dalla via Coperta che collega il Palazzo al Castello. Al suo centro c'è la statua di Girolamo Savonarola. Comunica con piazza Castello tramite i fornici della via Coperta.
Piazzetta Sant'Anna è nella zona della città riqualificata negli anni trenta dopo il trasferimento del vecchio ospedale del quale rimane solo il portale di accesso con annesso chiostro e porticato, recuperati dopo i lavori di restauro, e la cella del Tasso.
Piazza Cortevecchia è situata lungo l'omonima via, vicina a piazza Trento e Trieste. È stata oggetto di continui cambiamenti e ricollocamenti di edifici fino a perdere la sua funzione originale e diventare un parcheggio. A breve distanza dalla piazza, dalla vicina via Cortevecchia, è possibile accedere al caratteristico vicolo dei Duelli di origini medievali.
Malgrado Ferrara con la sua provincia occupi una parte notevole della costa adriatica regionale non possiede strutture portuali marittime confrontabili con quelle della vicina Ravenna o della più turistica Rimini, in Romagna. Non esiste neppure una linea ferroviaria che unisca la rete nazionale dalla stazione di Ferrara alla costa. Il porto canale di Porto Garibaldi<ref>Template:Cita web</ref> riveste importanza esclusivamente per la pesca e come piccolo scalo per nautica da diporto. Le linee turistiche che non vanno più a nord della zona del delta del Po né si spingono oltre un certo limite dalla costa.
Durante la grande guerra fu un aeroscalo per dirigibili.<ref>Template:Cita web</ref> Nel primo dopoguerra il ferrarese Italo Balbo venne nominato sottosegretario di Stato all'aviazione e il 12 settembre 1929, a soli trentatré anni, ministro dell'aeronautica. In quel periodo l'aeroporto di Ferrara fu al centro dell'attenzione nazionale. Nel 1931, nel corso di una cerimonia alla presenza dello stesso Balbo e di Vittorio Emanuele III di Savoia, le autorità passarono in rivista i numerosi aerei schierati sulla pista e assistettero anche al decollo di diversi velivoli.<ref>Template:YouTube</ref>
Nel 2013 si è proposto di dedicare l'aeroporto a Italo Balbo, poi questo non ha avuto seguito.<ref>Template:Cita web</ref>
Ferrara è servita dal trasporto pubblico locale comprendente 12 linee urbane e più di 20 linee extraurbane. I collegamenti sono garantiti su buona parte del territorio cittadino, mentre nelle frazioni vicine il servizio è svolto dalle linee extraurbane e da linee "Taxibus" a chiamata. Il servizio è gestito da TPER.
Ferrara è la città italiana al primo posto per l'uso della bicicletta.<ref>Template:Cita web</ref> La bicicletta è il mezzo di trasporto più utilizzato dai ferraresi di ogni età per gli spostamenti veloci e per le attività ricreative o sportive.<ref>Città delle biciclette</ref> Risulta il mezzo migliore per muoversi nei vicoli del centro storico e nella zona pedonale, e sono presenti anche servizi di noleggio per turisti.<ref>Ferrara, città delle biciclette e "capitale" delle due ruote</ref> Una nota dolente è il problema quasi senza soluzione dei furti di biciclette, anche se si cercano modi per contrastare il fenomeno, che non è certamente recente.<ref>Città delle biciclette, Ferrara studia un “pacchetto antifurto”</ref>
Impianto geotermico
La Centrale geotermica di Ferrara si trova a Casaglia, a circa Template:M dalla città ed è il principale impianto italiano per lo sfruttamento dell'energia geotermica per il riscaldamento urbano, collegato alla rete del teleriscaldamento che serve oltre 22.000 appartamenti. La rete ferrarese è un caso di eccellenza a livello europeo<ref>Teleriscaldamento: una delegazione russa in visita alla centrale Hera</ref>, oltre ad farne l'infrastruttura per il riscaldamento urbano più ecosostenibile d'Italia.
Poiché oltre il 50% dell'energia necessaria al teleriscaldamento è prodotta da fonti rinnovabili o di recupero e gli utenti beneficiano di uno sconto fiscale che ha consentito nel tempo un risparmio sulle tariffe.<ref>Template:Cita web</ref>.
Nel febbraio 2004 ha siglato un patto di amicizia con la Daira di Smara, in segno di solidarietà con il popolo Sahrawi, "volto all'incontro e allo sviluppo culturale e sociale dei due paesi".<ref>Template:Cita web</ref>
Nel maggio 2004 ha siglato un patto di amicizia con Lula.<ref>Template:Cita web</ref>
La città ospita la Ferrara Marathon, maratona e mezza maratona internazionali, organizzate dall'Atletica Corriferrara in collaborazione con il Comune. La gara è stata disputata per la prima volta nel 1909.
La prima società presente in città è stata la Pallacanestro Ferrara, fondata nel 1982. La più importante tuttavia è stato il Basket Club Ferrara nato nel 1999 che, dopo aver militato in Serie A dal 2008 al 2010, ha cessato la sua attività nel 2011, venendo sostituito dal Kleb Basket Ferrara che disputa il campionato di Serie A2. La Bonfiglioli Ferrara Basket, squadra femminile, milita anch'essa in Serie A2.
Pallavolo
La squadra principale è la 4Torri Ferrara Volley fondata nel 1947, che milita in Serie B. Ha disputato il torneo maschile di Serie A1 dal 1997 al 2004.
Società storica è l'Accademia di scherma Giancarlo Bernardi, che ha avuto come presidente onorario anche Giuseppe Garibaldi. Fondata nel 1854 come "accademia di sciabola, spada e bastone", ne fece parte Carlo Gandini, vincitore della medaglia d'argento nella spada ai Giochi olimpici intermedi di Atene del 1906. In tempi recenti Riccardo Schiavina si è laureato campione europeo under-20 nel 2008 nella spada individuale, e con i compagni di nazionale, campione del mondo nella spada a squadre nel 2009.<ref>Template:Cita web</ref>
Tchoukball
Nel comune sono presenti 3 società di tchoukball: Ferrara Tchoukball, Tchoukball Satellite e Savonarola on fire. Nato nel 2007, i Ferrara Allnuts sono vincitori di un campionato italiano. Nel 2011, la città ha ospitato i campionati mondiali maschili e femminili. Oggi le squadre di tchoukball presenti a ferrara sono: Ferrara Monkeys (serie A), Ferrara Caplaz (serie A), Ferrata Caplit (serie B), Ferrara Pulcinuts (M15; squadra con più titoli italiani dell'omonima categoria), Savonarola on Fire (Serie B) e Titans (Serie B).
Impianti sportivi
I principali impianti sportivi in funzione sono lo stadio Paolo Mazza, lo stadio Giacomo Matteotti, il palasport Giuseppe Bondi Arena, il Palapalestre, l'ippodromo comunale, il motovelodromo comunale, il campo sportivo scolastico comunale, il del ghiaccio PalaSilver, il Palaboschetto e la piscina di via Beethoven.